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Notizia del 30/07/2012

Nel 2011 le autorità doganali dell'UE hanno sequestrato alle frontiere esterne dell'UE quasi 115 milioni di prodotti sospettati di violare i DPI, con un aumento del 15% rispetto ai 103 milioni sequestrati nel 2010. Il valore della merce intercettata nel 2011 è stato pari a quasi 1,3 miliardi di euro, contro gli 1,1 miliardi di euro del 2010.

In Italia tra il 2010 e il 2011 è rimasto pressoché invariato il numero di procedimenti (circa 1.535), mentre è notevolmente aumentato il numero di articoli sequestrati: si è passati da quasi 16 milioni di articoli nel 2011 a quasi 30 milioni nel 2011 (+88%). L’Italia (insieme a Belgio, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) è tra i paesi con il maggior numero di procedimenti e di pezzi sequestrati complessivamente.

La relazione contiene dati statistici sul tipo, sull'origine e sulle modalità di trasporto delle merci contraffatte fermate alle frontiere esterne dell'UE. Le principali categorie di articoli bloccati dalle autorità doganali erano farmaci (24%), materiale di imballaggio (21%) e sigarette (18%). I prodotti di uso quotidiano e i prodotti potenzialmente pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori rappresentavano complessivamente il 28,6% del totale degli articoli bloccati, a fronte del 14,5% del 2010. Anche nel 2011 si è riscontrato un aumento del numero di pacchi postali sequestrati, con un 36% costituito da farmaci.

Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l'unione doganale, l'audit interno e la lotta antifrode, ha dichiarato: “Le dogane sono in prima linea nella lotta contro i prodotti contraffatti che minacciano la sicurezza dei nostri cittadini e compromettono gli scambi commerciali legali. La relazione pubblicata oggi evidenzia quanto sia impegnativo e importante l'operato delle dogane in questo ambito. Continuerò a premere affinché la protezione dei diritti di proprietà intellettuale in Europa sia ulteriormente rafforzata grazie alla collaborazione con i nostri partner internazionali, con gli esponenti del settore e con gli Stati membri”.

Quanto ai paesi di provenienza, il principale continua ad essere la Cina, da cui origina in totale il 73% degli articoli non in regola con i DPI. Ma per alcune categorie di prodotti predominano altri paesi d’origine, ad esempio la Turchia per i prodotti alimentari, Panama per le bevande alcoliche, la Thailandia per le bibite analcoliche e Hong Kong per i telefoni cellulari. Circa il 90% di tutte le merci bloccate è stato distrutto o è stato oggetto di un procedimento giudiziario per accertare la violazione.

Come sottolinea la strategia UE 2020, la protezione dei DPI è un elemento fondamentale per l'economia dell'UE ed un fattore chiave per la sua ulteriore crescita in settori quali la ricerca, l'innovazione e l’occupazione. L'effettivo rispetto dei DPI è inoltre essenziale per la salute e la sicurezza dei cittadini dell'UE in quanto taluni prodotti contraffatti (quali prodotti alimentari, articoli per l'igiene personale e per i bambini) prodotti in un ambiente non regolamentato possono rappresentare un grave rischio per i cittadini.

Le dogane dell'Unione europea svolgono un ruolo essenziale per impedire l’entrata nell’UE di beni che violano i diritti di proprietà intellettuale. La Commissione sta attuando una serie di azioni volte a rafforzare la capacità delle dogane di contrastare tale traffico. Il 24 maggio 2011 la Commissione ha adottato una proposta per un nuovo regolamento sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle autorità doganali, che si inserisce in un ampio pacchetto di misure per la protezione dei DPI

Anche una buona collaborazione con i partner commerciali può contribuire significativamente a prevenire l'esportazione verso l'UE di beni che violano i DPI. Nel 2009 l'UE ha firmato un piano d'azione con la Cina, incentrato in particolare sulla cooperazione rafforzata nella tutela dei DPI da parte delle autorità doganali . Nel 2010 questo piano d'azione è stato esteso fino alla fine del 2012. Anche la collaborazione con l'industria è molto importante per garantire che i beni che violano i DPI possano essere adeguatamente identificati. Le imprese possono infatti richiedere un intervento delle dogane se sospettano una violazione dei propri diritti di proprietà intellettuale: le informazioni da esse fornite consentono alle dogane di condurre controlli più mirati. Per agevolare la presentazione delle richieste di intervento da parte dei titolari dei diritti, la Commissione ha elaborato un apposito manuale.

FONTE: ITALIANNETWORK.IT



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