CONFERENZA MADE IN ITALY 2018

Interventi

Relazioni

  • Graziano Paccapelo - Imprenditore - Consigliere Anziano Istituto Tutela


    Presentazione Istituto


    L' Istituto Tutela Produttori Italiani è l'unica Organizzazione iscritta dal 2004 al CNEL per la tutela, valorizzazione e promozione del Made in Italy.
    E' stato fondato nel 1999.
    Nel 2001 vince la sua prima battaglia sull'etichettatura del Made in Italy sui semilavorati, facendo una fortissima campagna di sollecitazione affinché vi fosse la modifica della Legge. Oggi non è possibile apporre l'etichetta Made in Italy sui semilavorati.
    Nel 2002 viene istituita la Certificazione 100% Made in Italy – Sistema IT01.
    Nel 2004 si è concorso affinché la Legge Finanziaria introducesse il riconoscimento del 100% Made in Italy. Vi fu l'inserimento ma non il riconoscimento.
    Dal 2005 e per alcuni anni successivi il Ministero dello Sviluppo Economico ha co-finanziato il progetto della Certificazione 100% made in Italy – Sistema IT01.
    Nel 2009, con l'emanazione della Legge 166, finalmente è avvenuto il riconoscimento del 100% Made in Italy (i cui decreti attuativi devono essere ancora emanati; vi è il rammarico della soppressione della Legge 99 dello stesso anno, con gli stessi contenuti ma immediatamente attuativa).
    Negli ultimi 6 anni ci siamo fortemente preoccupati di sostenere le Imprese nell'esportazione e di aiutarle ad organizzarsi per poter competere a livello internazionale; ad oggi, infatti, la nostra Organizzazione è accreditata dal Ministero dello Sviluppo Economico per la fornitura di servizi di export alle Imprese (Temporary Export Manager per l'internazionalizzazione).
    Alla data odierna (maggio 2018) sono state rilasciate oltre 1.886 Certificazioni 100% Made in Italy su oltre 2.700 marchi Italiani.
    Sono oltre 100.000 i clienti esteri nei cui negozi sono distribuite le merci Certificate 100% Made in Italy.
  • Pasquale de Angelis - Imprenditore - Vicepresidente Istituto Tutela


    Attività Produttive ed Economie Locali

    Il problema:

    1) La crisi mondiale è dipesa da un eccesso di prodotti sui mercati, che ne hanno determinato una decisa riduzione dei prezzi.
    2) L'assoluta assenza di sistemi distributivi internazionali non consente alla piccola impresa di ridurre i costi di distribuzione.
    3) Il sistema produttivo, qualora dovesse cambiare attività, ad oggi non avrebbe spazio neppure nella produzione dei servizi che sono coperti attualmente in una situazione di quasi monopolio dallo Stato
    4) Analizzando l'attuale patrimonio storico dell'Italia, si rileva che quello tra i più importanti (i Centri storici) non sono valorizzati né messi in condizione di risultare un valore e una rendita.
    5) Il sistema attrattivo shopping è quasi esclusivamente circoscritto alle grandi firme con le prime linee e soprattutto con gli outlet. Produzioni che normalmente vengono svolte in conto lavorazione dalle piccole Aziende nell'ambito dei distretti produttivi sparsi in tutto il territorio nazionale.


    Lo Stato dell'arte:

    Il mondo guarda l'Italia, il mondo sogna l'Italia, il mondo sogna di visitare l'Italia.
    Un viaggio di fede, un viaggio di collina, un viaggio di mare, un viaggio di cultura, ma, soprattutto recentemente, un viaggio di shopping.

    Le Prospettive:

    Rafforzare e professionalizzare il “viaggio in Italia” di shopping.
    Shopping combinato alla cultura e all'intrattenimento da vivere in tutti i Centri storici Italiani.
    Rendere attrattiva, affascinante ed interessante l’Italia attraverso i Centri storici, che devono diventare centri di business e vetrina culturale e architettonica.
    I prodotti tipici potranno concorrere ad emozionare.
    Alcune intuizioni delle diverse città Italiane hanno già posto in rilievo che alcuni progetti possono contribuire. Hotel diffuso, centri commerciali naturali, outlet in piazza, piani di marketing territoriali urbani.
    Iniziative lodevoli ma non articolate e coinvolgenti, carenti di attrazione.
    Quale quindi il segnale?
    Comporre una squadra dove si ha l'obiettivo di valorizzare il sistema produttivo con le eccellenze territoriali, dove protagonisti saranno il comune, i commercianti, i produttori i proprietari di immobili.
    Qui nasce il progetto di rilancio dei centri storici e delle economie locali. Un'unica entità con un prodotto eccellente del territorio da valorizzare e promuovere nel mondo.
    Cosa sarebbe opportuno fare?
    Lo Stato può favorire il sistema di viabilità e parcheggi, e può agevolare e rifinanziare la Legge 457/1978, riferita alla riqualificazione dei centri storici ( Individuazione delle zone di recupero del patrimonio edilizio esistente) che risulta momentaneamente bloccata dal Governo precedente

    Quali le conseguenze?
    - Il rilancio dell'Italia - Rivalutazione dei Centri storici
    - l rilancio delle attività edili
    -Prospettive di impiego per artigiani, professionisti, e nuove generazioni (chi lavora con lingue ed informatica) Rigenerazione di un circuito economico e finanziario con adeguati margini per gestioni e re-investimenti
    -Rigenerazione di un circuito economico e finanziario con adeguati margini per gestioni e re-investimenti

  • Pierfrancesco Maceratini - Avvocato - Consigliere Legale Istituto Tutela


    Tutela Sistema Produttivo Italiano

    Il Problema:

    1) Estrema frammentazione del Sistema produttivo.
    2) Elevati costi di manifattura a seguito dell'elevato costo del lavoro e del basso quantitativo di produzione.
    3) Crisi internazionale della vendita di merci, che ha determinato un eccesso di prodotti sul mercato e una riduzione della capacità di acquisto da parte del consumatore.
    4) Assoluto non riconoscimento del prodotto Made in Italy di qualità, anche a seguito di falsificazioni ed elusioni.

    Lo Stato dell' Arte:
    - Il Codice Doganale aggiornato del 23 Aprile 2008 definisce l'origine delle merci (Made in) con l'individuazione della prevalenza e finitura dei manufatti. La prova dell’origine viene da una dichiarazione doganale o camerale (Art. 37 del Codice Doganale Aggiornato).
    - Alcune Nazioni richiedono l’etichettatura, altre che ritengono di avere prodotti di un valore diverso dalla semplice origine, richiedono l’autorizzazione all’uso del marchio.
    - L'Italia ha emanato una Legge (166/2009), che riconosce addirittura il massimo del valore del Made in Italy, cioè il 100%, ad ulteriore rafforzamento del diverso valore dei prodotti Italiani, senza però emanarne i decreti attuativi.

    La Soluzione:
    Definire i contenuti del Made in Italy in quanto marchio nazionale di qualità e non semplice rilevatore della provenienza dei manufatti.
    Quindi, dare piena attuazione alla legge 166/2009: non possiamo che confermare l'applicazione totale di tale Legge, anche attraverso la Certificazione del Made in Italy; la Certificazione, ad oggi, viene rilasciata solo dall' Istituto Tutela Produttori Italiani ma, in un futuro, qualunque altra società o ente preposto alla Certificazione di prodotti potrebbero rilasciarla.
    Inoltre, partendo dall'assunto che il Made in Italy è un marchio nazionale che deve essere tutelato e valorizzato, sarebbe auspicabile eliminare dalla Legge 166 ogni riferimento a "100%", "interamente", "totalmente", "etc", suddetta Legge, e far passare un messaggio chiaro ed incontrovertibile: chi appone su un'etichetta, un depliant o in qualsiasi altro documento la dicitura Made in Italy lo fa solo perché produce interamente in Italia, altrimenti nessuno può essere autorizzato all'uso del marchio nazionale Made in Italy.

  • Nazzareno Vita - Direttore Istituto Tutela


    La Competizione Internazionale

    Il problema:

    Sostenere le Imprese che esportano è cosa assolutamente naturale e opportuna.
    Sostenere le Imprese che cooperano ci può stare.
    Negli ultimi 15 anni, un gran numero di soggetti sono intervenuti per portare avanti iniziative e progetti sull'export:
    -lo Stato
    -le Camere di commercio
    -le Province
    -le Regioni
    -le Associazioni che con i fondi dello Stato fanno gruppo
    -i Consorzi che con i fondi dello Stato fanno promozione

    A cosa ha portato tutto ciò?
    Ad avere risorse ed interventi frazionati e limitati.

    Il 90% delle Imprese Italiane attualmente non sono organizzate e preparate per competere all'estero e per approcciarsi concretamente ai mercati esteri: oggi, nel mondo, o si è strutturati, ben organizzati e competitivi, oppure è impensabile pensare di "correre in Formula Uno con una 500".

    Quindi sono un numero decisamente contenuto le Imprese in possesso di un vendite, un ufficio comunicazione, un ufficio di controllo qualità prodotto, un ufficio ricerca e stile.

    La Soluzione:

    Rafforzare e concentrare le risorse sul sostegno all'internazionalizzazione Decreto Ministeriale 17 luglio 2017 – Voucher per la fornitura di servizi di export alle Imprese – Temporary Export Manager) ma nella parte in cui si vuol favorire la strutturazione aziendale alla competizione internazionale.
    Un' Impresa strutturata è competitiva e libera di agire e non teme confronti. Questa può essere una base per un nuovo gran futuro per il sistema produttivo Italiano. Imprese Italiane ben organizzate per competere e conquistare il mondo.


Ulteriori Informazioni

Per approfondimenti e per concordare la partecipazione è possibile contattare la coordinatrice:

Dott.ssa Elisa Mercuri
0734 605484
segreteria@madeinitaly.org

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