È un Piano da 180 milioni di euro in tre anni (il bando previsto a settembre) la prima vera manovra anticrisi della Regione Emilia Romagna. Un primo importante segnale di cambiamento di strategie che suona come una vera e propria iniezione di fiducia per la piccola e media industria in quello che per il nostro paese, dal dopoguerra a oggi, è forse uno dei momenti tra i più critici.
1.400 NUOVI POSTI DI LAVORO – Approvato pressoché all’unanimità, l’opposizione si è astenuta come da prassi in questi casi ma si è detta soddisfatta della manovra, i 180 milioni di euro andranno a finanziare quell’innovazione delle imprese che il Governo dei tecnici non ha saputo né voluto finanziare. L’obiettivo è la creazione di almeno 1.000 nuovi posti di lavoro generici e 400 per ricercatori e laureati.
SCOMMESSA MADE IN ITALY – Il Programma regionale dovrebbe aiutare e orientare il mercato ma anche stimolare investimenti e nuove politiche pubbliche indispensabili per uno sviluppo sostenibile che può creare futuro e occupazione. Puntando, per il futuro, su quelle che potrebbero essere le armi più adatte per vincere la scommessa: il made in Italy, la green economy, qualità ed efficienza. Ma anche incentivare la vocazione manifatturiera degli emiliani-somagnoli attraverso la specializzazione, la diversificazione e la creazione di una rete di relazioni tra le imprese per competere sui mercati internazionali”.
FARI PUNTATI SULLE ZONE TERREMOTATE – Un segnale in questo senso, anche se non sufficiente per dare la spinta giusta per uscire dall’impasse della crisi, la Regione Emilia Romagna l’ha dato negli ultimi otto anni investendo una cosa come 393 milioni, generando affari per 3,5 miliardi di euro e creando 26.000 posti di lavoro. Un occhio di riguardo nella priorità di accesso ai finanziamenti, naturalmente, andrà alle aziende dei territori colpiti dal sisma “perché anche la tragedia del terremoto – ha spiegato l’assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, nella sua relazione in Aula - può essere una occasione di ripresa e la ricostruzione potrebbe rivelarsi un volano per una edilizia in crisi”. Ma anche e soprattutto per evitare la fuga in massa degli imprenditori. Per poter accedere ai finanziamenti previsti da Piano, infatti, le aziende dovranno garantire la loro permanenza in Emilia-Romagna.
ATTRARRE IMùNVESTIMENTI – L’amministrazione regionale non sembra comunque volersi fermare al programma appena approvato e sembra voler fare sul serio e agire laddove il Governo dei tecnici non è riuscito. Da qui la decisione di presentare un progetto di legge che consenta, alle istituzioni e alla società regionale, di mettere in atto tutte le misure possibili per attrarre investimenti esteri e per contrastare le chiusure e i trasferimenti all’estero delle imprese. Insomma, un primo passo è stato fatto, la voglia di uscire dalla crisi è grande e anche l’opposizione per la prima volta reagisce positivamente. Lo stesso Pdl, che promette di vigilare affinché le scelte fatte abbiano delle ricadute positive nella direzione del bene comune, fa sapere che “il Programma approvato risponde bene alla necessità di strategie di lungo periodo perché va a rafforzare il tessuto regionale fatto di piccole e medie imprese proprio dove è più carente ovvero la ricerca e nella internazionalizzazione”.
FONTE: ILVOSTRO.IT