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Notizia del 10/12/2013

Le manifestazioni di questi giorni sul Made in Italy, sebbene si siano svolte a nome e per conto del consumatore e della sua sicurezza, hanno nei fatti avuto due grandi assenti: il consumatore e le associazioni che lo rappresentano.
 
A giudizio di Adiconsum – afferma Pietro Giordano, Presidente nazionale dell’Associazione – bisogna passare da un dibattito sterile ad un dibattito costruttivo. Non si può condurre una battaglia sul Made in Italy senza coinvolgere in maniera fattiva i consumatori e le loro rappresentanze.
 
Non si può condurre una battaglia sul Made in Italy – continua ancora Giordano invocando l’utilizzo esclusivo delle nostre materie prime, quando queste nel nostro Paese non sono presenti a sufficienza o sono di bassa qualità.
 
Ragionare in termini di autosufficienza nelle materie prime si tradurrebbe, come insegnano le leggi di mercato – dichiara Giordano - in un aumento del costo finale del prodotto, che ricadrebbe non solo sul consumatore, ma anche sulla nostra competitività sui mercati esteri, con  pesanti ripercussioni sul nostro export che, nonostante la crisi è stato l’unico settore ad essere sempre contraddistinto da un segno positivo.
 
Ragionare in termini di autosufficienza nelle materie prime – prosegue ancora Giordano non aiuterebbe neanche a contrastare il “sounding”, ma rafforzerebbe le mafie, il sommerso, l’evasione fiscale e contributiva, la non sicurezza e l’insalubrità degli alimenti.
 
Adiconsum ha chiesto in una lettera inviata al Ministro De Girolamo un incontro - conclude Giordano per porre, invece, al centro del dibattito le questioni della food security, food safety e food quality. Tutte questioni, che a nostro avviso, vanno affrontate in una logica di sistema, attraverso il confronto fra tutti gli attori della filiera, in modo da arrivare a regole condivise e ad una best practice tutta italiana da affermare in Europa.

[fonte: adiconsum.it]


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